Sacra Neapolis. Culti, miti, leggende.
Dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli i reperti della collezione dedicata a Napoli antica per la prima volta esposti al pubblico nel cuore stesso del centro storico della città. Verrà inaugurata il 22 dicembre, e resterà fino al 15 settembre 2019, nel Lapis Museum, presso la Basilica della Pietrasanta (piazzetta Pietrasanta, 17 – Napoli), la mostra “Sacra Neapolis – culti, miti, leggende”. Un progetto che nasce dalla collaborazione tra il Mann e l’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus per consolidare il già forte legame tra l’Archeologico, da sempre punto di riferimento nel tessuto urbano e simbolo dell’identità cittadina, e la città stessa e il suo territorio, per raccontare la storia di Neapolis greco-romana, dei miti, dei culti, delle manifestazioni del sacro e della religiosità antica.
Miti e culti definiscono l’identità di una comunità e Napoli ha costruito, nel corso dei secoli, un patrimonio religioso e leggendario di grande ricchezza e varietà, conservandone sempre la memoria collettiva e il legame con il passato. Gli aspetti del sacro e della religiosità nella Neapolis greco-romana erano quanto mai numerosi, multiformi e sfaccettati e la tradizione letteraria ci racconta delle tante divinità venerate, di mostri fantastici, di eroi, di riti e cerimonie che affollavano le vie della città. Ritrovare e ricomporre i segni materiali e tangibili dei culti praticati in età greca e romana non è impresa facile in una città da sempre viva e palpitante, che ha conosciuto senza soluzione di continuità ininterrotte sovrapposizioni e trasformazioni nel corso del tempo; rimangono solo brandelli della antica realtà – quali templi, statue, doni e dediche votive; quella che doveva essere la ricchezza dei sacra neapolitana, ovvero dei segni tangibili della religiosità napoletana, non trova sempre una sua coerente testimonianza.
Il percorso espositivo nella cripta della Basilica si propone, allora, di ritessere le fila della originaria memoria storica cittadina e di recuperare segni e simboli del sacro nella città in epoca classica attraverso diverse classi di materiali, la maggior parte provenienti dai depositi dell’Archeologico, dalle monete in argento e bronzo con incisi volti femminili, alle iscrizioni, dalla scultura in marmo tra busti e teste di donna risalenti tra il III e il IV secolo, alle piccole riproduzioni in terracotta componenti la stipe votiva di Caponapoli, per finire alle statue di Iside e Nike, così da ricostruire e restituire qualche labile traccia di quel variegato orizzonte mitico e religioso che definisce l’identità stessa della città antica.
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